http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=21308
CHIETI. Oggi si inaugura un’opera connessa al Villaggio dei Giochi del Mediterraneo, il Sottopasso di via dei Vestini a Chieti. Polemico l’assessore regionale Mauro Febbo: «c’è qualcuno che pensa, tagliando nastri in pompa magna, di poter cancellare mesi di ritardi e inadempienze».
«I ritardi, le inadempienze e soprattutto gli abusi, almeno per quel che riguarda il Sottopasso di via dei Vestini, non si possono cancellare», afferma oggi.
Al riguardo Febbo ha fatto sapere che presenterà alla Procura della Repubblica «un rapporto dettagliato» perché si accerti l’eventuale commissione di abusi.
«Basta infatti un normale esame della documentazione per accertare», assicura l’assessore regionale.
«Il Sottopasso è privo del certificato di conformità dell’opera, obbligatorio ai sensi della Legge 64/74 e della Legge Regionale 138. Stando così le cose, non può essere aperto».
Febbo spiega poi che «sull’opera è stato effettuato il collaudo strutturale statico ma del solo sottopasso e non delle pareti laterali e non è stato effettuato il collaudo tecnico-amministrativo che serve per verificare la conformità fra la richiesta di concessione e i lavori».
Ci sarebbe poi un problema tecnico, «con gravi ripercussioni di ordine pratico, destinato a pesare anche in futuro»: «l’opera, forse nella fretta, è stata realizzata al di sotto del livello del sistema fognario per cui ogni pioggia provocherà allagamenti, con conseguenti disagi per gli automobilisti e la chiusura al traffico nei casi più gravi. In poche parole: non è stato previsto alcun sistema di evacuazione delle acque. Ed è a causa di un allagamento, verificatosi dopo le ultime piogge, che i tempi di ultimazione dell’opera si sono ulteriormente prolungati».
Ci sono poi atti che l’assessore definisce assurdi: «lasciano allibiti solo a voler leggere le date:
il 15 maggio 2009 (protocollo 3426) l’Ufficio del Territorio (ex Genio Civile) autorizza l’esecuzione dei lavori: appena cinque giorni più tardi, 20 maggio 2009 (protocollo 1413) l’architetto Agostino Monteferrante, all’epoca presidente del Consiglio provinciale, produce la relazione sull’ultimazione della struttura e ancora due giorni dopo, 22 maggio 2009 (protocollo 1454) viene prodotto il certificato di collaudo dell’opera. In una settimana l’opera è (STATA AUTORIZZATA, aggiungiamo noi !), costruita e persino collaudata, partendo praticamente da zero».
L’auspicio dell’assessore regionale è che qualcuno «si preoccupi di verificare se, per un opera pubblica così importante e dispendiosa, pagata con il denaro dei contribuenti, siano stati commessi abusi per i quali qualsiasi cittadino verrebbe sanzionato severamente».
20/06/2009 11.10
Nessun commento:
Posta un commento