03/09/09

UN'AMARA RIFLESSIONE DI SABINA DA LUCOLI CHE RILANCIAMO: RICOSTRUIRE E' IMPOSSIBILE ?

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO DA LUCOLO:

"Allego il testo di un post da me pubblicato sul blog che ho creato, un'amara quanto lucida considerazione sullo stato attuale della ricostruzione. Forse , per il futuro dell'Abruzzo ferito, è il caso di riportare in primo piano il problema della ricostruzione irrimediabilmente legata alle seconde case dei non residenti. Solo così si può provare ad immaginare un futuro per i tanti piccoli borghi, patrimonio stupendo ma gravemente ferito, dell'aquilano. Parliamone e facciamone parlare, se possibile!
3 settembre, sono passati ormai cinque mesi, l'autunno è alle porte, la desolazione incombe come un macigno sulle tante piccole realtà montane annientate dal sisma ( e non parlo solo di Lucoli). La cosa che colpisce di più è che tutto tace, sembra quasi che non si voglia affrontare la realtà, che si metta la testa sotto la sabbia ..... aspettando cosa? Che magari il fortunato vincitore del sei al superenalotto elargisca una copiosa donazione per la ricostruzione dei piccoli borghi abruzzesi? Quanti si sono già scontrati con l'impossibilità di poter pensare a recuperare le proprie case? Quanti stanno dicendo addio ad una parte della propria vita rimpiangendo i tanti sacrifici fatti per costruirsi un rifugio? Quanti stanno svuotando le case facendo propria la convinzione che non torneranno più? Molti, se non tutti temo. E perché mai, si chiederà il legislatore!!!! Perché non si può ricostruire con le premesse attuali, non lo può fare il residente perché la sua casa è circondata da non residenti, non lo possono fare questi ultimi perché su quelle case avevano già investito quanto avevano e non possono , adesso, affrontare completamente di tasca propria 80.000 euro di lavori per il recupero di un'abitazione che sì amano ma nella quale non abitano stabilmente e che comunque non recupererà mai il valore sul mercato di quanto vi si è investito ( già prima del sisma il mercato immobiliare in molte aree non era certo in forma smagliante, se una casa prima valeva 70 ,è forse praticabile spenderne altri 70 con grandi sacrifici per un controvalore che nei prossimi dieci anni sarà forse di 40?). E allora? Quale scenario ci riserva il futuro? Paesi fantasma, abbandonati, semidistrutti, emigrazione dei residenti verso zone che offrono nuove prospettive ( soprattutto i giovani), tracollo dell'economia locale, dal turismo al terziario. Ma perché di questo se ne parla solo su qualche blog? Perché spesso proprio i non residenti sono più attivi quando chi pagherà maggiormente questo stato di cose, purtroppo, sono proprio i locali?
Questo è un disperato grido di aiuto..........che qualcuno finalmente si renda conto ed ascolti!
Sabina

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