30/09/09

Gli ospedali devono essere grandi ed efficaci

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO:
Se di vostro gradimento,
potete pubblicare il mio articolo, allegato:
"Gli ospedali devono essere grandi ed efficaci"
Saluti Andrea Polidoro, Ripa Teatina,
30 settembre 2009
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L'Italia è il luogo in cui lo status quo non può mai cambiare. Forse per non toccare privilegi tanto radicati quanto iniqui, forse per indolenza, forse per paura, forse per nessun vero motivo. E quando qualcuno mette mano per cambiare qualcosa, ecco che i dormienti di sempre si svegliano e, stiracchiandosi, cominciano a protestare. Non importa contro cosa, l'importante è protestare per impedire ogni cambiamento. Ma questo non è l'atteggiamento di un paese che vuole crescere e migliorarsi.

Io sono il primo a desiderare un sistema sanitario efficace e capillare. Però, obiettivamente, mantenere in uno stato di sopravvivenza tutta una sfilza di piccoli ospedali, non ha molto senso. Hanno dei costi, spesso notevoli. Ma soprattutto non sono efficaci. Dico efficaci, perché non metto in dubbio che siano efficienti. L'efficienza è legata all'abilità e alla motivazione del personale che vi lavora, l'efficacia è, invece, il risultato della disponibilità di attrezzature, strumentazione ed esperienza nel settore, maturata trattando quotidianamente con pazienti affetti dalle più svariate patologie. Gli ospedali devono essere grandi, ottimamente equipaggiati e colmi di esperienza medico-scientifica. E' meglio farsi curare da un ospedale e da medici che conoscono a menadito il nostro male, che recarsi comodamente all'ospedale dietro l'angolo di casa, dove però la strumentazione è superata e probabilmente il medico che ci assiste ha un'esperienza limitata sulla nostra malattia.

L'Italia è il paese, dove non si possono fare tagli al personale; neanche se fossero giusti e necessari. E' una contrarietà assoluta e totale. Comunque, per carità, sono convinto che tagliare i piccoli ospedali non significhi licenziare il personale. Semplicemente utilizzarlo in maniera diversa. Infatti andrebbero, certamente, potenziate a livello locale le strutture di pronto soccorso, i poliambulatori, l'assistenza domiciliare. I laboratori per i prelievi del sangue per le analisi resterebbero. Inoltre, i grandi ospedali dovrebbero ampliarsi e quindi avrebbero bisogno di nuovi medici, infermieri, personale di supporto, amministrativo ed altro e quindi si potrebbe spostare il personale dal piccolo ospedale al grande ospedale. Forse a differenza di quello che accade oggi, qualcuno dovrebbe fare 30-40 km al giorno per andare a lavorare? Bè non è un problema, io, ad esempio, lo faccio tutti i giorni e lo ritengo normale.

E' vero che una transizione del genere, sacrosanta per me, dovrebbe essere accompagnata da tutta una serie di provvedimenti paralleli e compensativi. Oltre alle già citate ricollocazioni del personale, dovrebbero essere create nuove tratte di autobus per collegare meglio i piccoli paesi con i grandi ospedali; dovrebbero essere rilasciate nuove licenze per dare la possibilità a bar e servizi connessi con gli ospedali di spostare e continuare la propria attività in altre zone della città; si dovrebbero prevedere e risolvere tutti i disagi, iniziali, che una trasformazione di questo tipo potrebbe provocare.

Non si può ridurre il tutto ad una semplice e drammatica sforbiciata. Ma la direzione è quella giusta. Noi abruzzesi vogliamo fidarci delle nostre strutture sanitarie e ora come ora non ci sentiamo di farlo: ce ne accorgiamo nel momento di vero bisogno, di fronte ad una malattia seria, sfido chiunque a dire di non avere amici e conoscenti che sono andati o vanno a curarsi nelle eccellenze degli ospedali di Modena, Milano e Bologna.

Inoltre, alzando il livello medico-scientifico dei grandi ospedali, anche gli ospedali privati dovrebbero adeguarsi, determinando una reale concorrenza virtuosa tra pubblico e privato che genererebbe ulteriori benefici per il nostro sistema sanitario regionale e quindi per la nostra salute.

Nel frattempo, credo sia sempre utile, e qui è compito dei buoni giornali e dei blog impegnati, mostrare ai cittadini i confronti tra le realtà sanitarie delle diverse regioni e rendere noto ai cittadini quanto spende e cosa offre una regione come l'Emilia Romagna per servire una popolazione di un milione e trecentomila persone e quanto, invece, spende e offre a confronto la nostra regione!

27/09/09

Nel lerciume della tendopoli di Piazza D'Armi a L'Aquila

L'Aquila. E' un immondezzaio la tendopoli di Piazza d'Armi. Gli ultimi sfollati abbandonati da Comune e Protezione civile, perchè hanno rifiutato sistemazioni troppo lontane, vivono tra lerciume, rifiuti e senza servizi. La voce dei terremotati.Servizio di Abruzzolive.tv

DIFFICOLTA', OLTRE CHE NELLO SMALTIMENTO DELLA MACERIE (MANCA LA DISCARICA), ANCHE NELLO SMALTIMENTO DELLE TENDOPOLI

DA: http://www.mpl.it/?p=6906

Difficoltà nello smantellamento delle tendopoli, a quattro giorni dalla fine del mese, che era stato indicato come termine ultimo per la chiusura di tutti i campi.

Oltre alla scossa 4.1 dell’altro giorno che un po’ di ansia, è innegabile, l’ha riportata, c’è la resistenza di numerosi ospiti delle tendopoli che si rifiutano di abbandonare le tende se l’alternativa deve essere un albergo ma a molti chilometri di distanza dalla città. Le CASE non bastano, le casette (M.A.P) non sono state fatte, le case B restano senza gas ed i cantieri non partono per mancanza di soldi e difficoltà procedurali.

L’ultimo episodio di protesta si è registrato ieri sera alla tendopoli di Acquasanta, dove i cittadini riuniti in assemblea hanno preparato un esposto-diffida inviato al presidente del Consiglio Berlusconi, della Regione Chiodi, al sindaco e al commissario Bertolaso per chiedere fra l’altro il blocco del processo di smantellamento dei campi di accoglienza.

Numerose proteste anche da parte dei (pochi) cittadini che hanno iniziato i lavori per le case B. Non si sa dove smaltire le macerie e non si sa chi deve pagare per lo smaltimento.

Nel vergognoso rimpallo di responsabilità tra le istituzioni domina il "fai da te": la notte camioncini furtivi scaricano macerie, frigoriferi e masserizie in ogni dove, anche nei giardini privati.

Ma non vi preoccupate. Bertolaso ieri ha detto che va tutto bene, e che sono soltanto tre i menagrami che parlano male della Protezione Civile…

Il dopo Terremoto - Tana liberi tutti: una lettera di un ragazzo aquilano

Una lettera del post-terremoto di un ragazzo aquilano.
Recita Carlo Pelliccione.

Presa diretta Ricordo Alessio Di Simone

Presa Diretta(Rai Tre) 13-09-2009 "Terremoto": Riccardo Iacona a Penne(Pe) per ricordare Alessio Di Simone

Mamma Fiorella ricorda Claudia

Ringraziando Fiorella per il suo tenerissimo e commovente messaggio riproponiamo il suo toccante e commosso ricordo della sua adorata figliola Claudia, un modo per ricordare tutti i nostri caduti nel grande terremoto.

26/09/09

RIVOLTA A MONTESILVANO PER IL BLOCCO DEL TRAFFICO IN CITTA' A SEGUITO DELL'APERTURA IERI DELL'OUTLET DI CITTA' S. ANGELO

RIVOLTA A MONTESILVANO OGGI SABATO 26 SETTEMBRE 2009 PER IL BLOCCO DEL TRAFFICO IN CITTA' A SEGUITO DELL'APERTURA IERI DELL'OUTLET DI CITTA' S. ANGELO.
vedi:
http://www.pagineabruzzo.it/notizie/news/Pescara/21056/Montesilvano_viabilit_in_tilt_per_l_apertura_del_citt_sant_angelo_outlet_village.html

http://www.primadanoi.it/notizie/22564-Traffico-La-giornata-nera-dell-Outlet-Chi-ha-sbagliato-paghi

MONTESILVANO. Confesercenti: «Un’ora per percorrere la città, follia l’apertura del nuovo outlet di Città Sant’Angelo senza piano traffico»


Oltre un’ora di tempo per percorrere qualche chilometro della città di Montesilvano, con i negozi letteralmente deserti.
Per il fine settimane si intravede più o meno la stessa situazione.

«Gli amministratori che hanno permesso questo scempio dovranno guardarsi allo specchio e ammettere di aver posto le basi per distruggere l’economia commerciale di Montesilvano».
Lo denuncia Gianni Taucci, direttore provinciale di Confesercenti, che ha raccolto decine e decine di segnalazioni da parte dei commercianti della città alle prese, ieri come oggi, con un crollo delle vendite senza paragoni con la storia recente.
«La quasi totalità dei negozi di Montesilvano non ha battuto un solo scontrino», sottolinea Taucci, «e questo avviene in una fase già drammatica per le piccole e medie imprese. L’azzeramento degli incassi non è dovuto solo alla curiosità verso l’outlet, ma anche alla drammatica situazione del traffico: è stata una follia consentire l’apertura dell’outlet senza un piano traffico adeguato. Per favorire una grande impresa si danneggiano centinaia di negozi che pagano le tasse da sempre e al tempo stesso si dà un colpo mortale alla qualità della vita e dell’aria di 40 mila abitanti».
Se continuerà così, stima Confesercenti, «i negozi del centro hanno sei mesi di vita: non dispongono più della liquidità necessaria a reggere l’urto, e così il centro diventerà un deserto. Ronde, agenti in strada e quant’altro non serviranno a nulla per rendere la città meno insicura: con i negozi chiusi la città sarà terra di nessuno».
Per questo, in ragione dell’eccezionalità della situazione, i commercianti di Montesilvano hanno chiesto un incontro al prefetto di Pescara.
«Non siamo contrari alla libera iniziativa imprenditoriale» assicura Taucci «ma non possiamo permetterci di azzerare le attività dei negozi in ossequio al traffico diretto all’outlet. Quello che sta avvenendo in queste ore ha dell’incredibile: gli enti e le autorità preposte hanno il dovere di intervenire e indicare soluzioni di traffico alternative che liberino Montesilvano e consentano ai commercianti di competere».
Proprio per questa ragione i commercianti di Montesilvano si stanno unendo in consorzio: «Ma con il traffico di queste ore, è impensabile qualunque soluzione» dice Taucci: «Se qualcuno ha deciso la morte delle piccole e medie imprese di Montesilvano, lo dica chiaramente, almeno le stesse imprese eviteranno di finire nelle mani degli strozzini».

Infuriato anche il sindaco di Montesilvano, Pasquale Cordoma, che si dice stanco, a nome della città di dover pagare «in termini di viabilità, smog e salute, a causa della mancanza di programmazione»,
«In questi due giorni», contesta il primo cittadino, «lo stato del traffico cittadino è stato drammatico e per questo fine settimana la situazione è destinata a peggiorare. Oggi siamo costretti a subire delle condizioni che non abbiamo potuto scegliere e che aggraveranno sul territorio una posizione viabilità già difficile».
Cordoma richiama la precedente amministrazione provinciale (di centrosinistra) e i suoi amministratori: «invece di sbandierare su enormi manifesti il progetto dei tre ponti sul fiume Saline avrebbero dovuto realizzarli. Evidentemente nel corso di questi anni l’apertura dell’outlet non è stata mai pensata in relazione al traffico delle automobili. Questo è il risultato della scarsa progettualità di amministratori locali, che hanno pensato solo a mettere al sicuro una parte dell’area interessata al centro commerciale».

Per Cordoma chi ha colpa oggi deve tirare fuori il coraggio «di ammettere le proprie responsabilità e abbia il buon senso di trovare soluzioni. Montesilvano non è più disposta a saldare per esiti che andranno ad agevolare soltanto altri comuni».

26/09/2009 11.40
1130 letture |

FIORELLA, LA MAMMA DELLA SPLENDIDA CLAUDIA CAROSI HA SCRITTO A A VANITY FAIR E CI RINGRAZIA TUTTI

SUL NUMERO DI VANITY FAIR N. 37 DEL 16 SETTEMBRE 2009 APPARE LA RISPOSTA DELLA DOLCE FIORELLA, MAMMA DELLA SPLENDIDA CLAUDIA CAROSI, CHE RISPONDE AI TANTI CHE HANNO VOLUTO ESPRIMERLE DOLORE, AFFETTO, SOLIDARIETA'.
La vogliamo qui riproporre, abbracciando anche noi Fiorella e la sua famiglia, nel ricordo indimenticabile di Claudia.

21/09/09

L'AQUILA 5 mesi dopo

L'Aquila a cinque mesi dal tragico terremoto, nella visita del sindaco della città Massimo Cialente.
RINGRAZIAMENTI: Porta a Porta del 16 settembre 2009.

Ricordo di Giulia Carnevali

Ricordo di Giulia Carnevali, scomparsa nella tragica notte del 6 aprile 2009 nello stesso palazzo di Alessandra Cora. Nel suo PC, lasciato nella macchina parcheggiata poco lontano i genitori hanno ritrovato il progetto di un asilo, realizzato grazie alle offerte degli spettatori di Porta a Porta e di altri sponsors, e così divenuto il nuovo Asilo Giulia Carnevali della nuova Onna, che risorge in legno dalle se macerie.

2109 La prima campanella delle scuole a L'Aquila

PRIMO GIORNO DI SCUOLA NELLE AREE TERREMOTATE DELL'AQUILA

NOCERA UMBRA, LA CITTA' FANTASMA: L'AQUILA SARA' COSI' NEL 2021 ?

SCONCERTANTE E PER CERTI VERSI TRISTEMENTE RIVELATRICE LA SITUAZIONE GIA' DA NOI RICORDATA (IN UN NOSTRO VIDEO) DEL CENTRO STORICO DI NOCERA UMBRA A DODICI ANNI (SI, 12 !!) DAL TERREMOTO DEL 1997.
E SE L'AQUILA FOSSE ANCORA COSI' NEL 2021 ?
DRAMMATICO.....
A parte il tono pazzerello della "giornalista", ben poco adatto ad una situazione che resta drammatica, pensando che la comunità che qui abitava si è ormai da tempo dispersa, e non esiste più come tale !

20/09/09

NON DISPERDIAMO LE COMUNITA' DEVASTATE DAL TERREMOTO, ALTRIMENTI QUANDO SARANNO RICOSTRUITE LE CASE NON CI SARA' PIU' LA GENTE: IL CASO CASTELNUOVO

NON DISPERDIAMO LE COMUNITA' DEVASTATE DAL TERREMOTO, ALTRIMENTI QUANDO SARANNO RICOSTRUITE LE CASE NON CI SARA' PIU' LA GENTE: IL CASO CASTELNUOVO.
I residenti: "si smantella la tendopoli, ma le case non ci sono"
Dal Centro del 18 settembre 2009.

NON DISPERDIAMO LE COMUNITA' DEVASTATE DAL TERREMOTO, ALTRIMENTI QUANDO SARANNO RICOSTRUITE LE CASE NON CI SARA' PIU' LA GENTE: IL CASO TEMPERA


NON DISPERDIAMO LE COMUNITA' DEVASTATE DAL TERREMOTO, ALTRIMENTI QUANDO SARANNO RICOSTRUITE LE CASE NON CI SARA' PIU' LA GENTE: IL CASO TEMPERA.
I residenti: "si smantella la tendopoli, ma le case non ci sono"
Dal Centro del 18 settembre 2009.

COMITATO VITTIME CASA DELLO STUDENTE - L'AQUILA

CONTINUIAMO A RICEVERE RICHIESTE DA PARTE DI GENTE CHE VUOLE CONTATTARE IL COMITATO VITTIME CASA DELLO STUDENTE, E RIPUBBLICHIAMO DUNQUE I CONTATTI CHE ABBIAMO DISPONIBILI:

Antonietta Centofanti, che ha perso nella tragedia l'amatissimo nipote Davide:
antoniettacentofanti@libero.it
;
Inoltre per la Conferenza dei Comitati possono essere contattati:
Alessandro Tettamanti (3 e 32) 348/3156116;
Marco Valeri 328 0822365

13/09/09

Terremoto.Tutte le colpe dei politici dell'Aquila nell’inchiesta di Presadiretta

DA: http://www.primadanoi.it/notizie/22285-TerremotoTutte-le-colpe-dei-politici-dell-Aquila-nell-inchiesta-di-Presadiretta

L’ANTEPRIMA VIDEO. L’AQUILA. Come mai all’Aquila si è costruito un quartiere intero con trentamila abitanti su una faglia attiva?
Perché tutti gli studi di vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, scuole comprese, non sono mai stati presi in considerazione dagli amministratori locali?


E, infine, come è stato possibile che dopo 4 mesi di scosse continue, sempre più frequenti, sempre più forti non si è fatto nulla per allertare la popolazione?
Quante vite umane, quanti feriti e quante distruzioni in meno avremmo avuto se solo si fosse dato retta a quegli studi e alle grida di allarme dei geologi dell’università dell’Aquila.
Sono queste le domande e le considerazioni che la trasmissione di Rai Tre, in onda domenica 13 settembre, alle ore 21, cercherà di documentare.
In questa puntata Riccardo Iacona ha ripercorso il rapporto Barberi del 2001 sullo stato di vulnerabilità degli edifici pubblici: i danni erano stati tutti previsti.
La giornalista Lisa Iotti è andata poi nel quartiere dell’Aquila costruito nei decenni passati ignorando le perizie dei geologi e ha raccolto le voci dei parenti dei ragazzi morti alla casa dello studente dell’Aquila.
«La paura di un terremoto», si dice nel servizio, «era talmente lontana, così come la preoccupazione del rischio terremoto, che all’Aquila hanno costruito un intero quartiere sulla faglia: Pettino. Un quartiere di 30mila abitanti. Oggi tutte le case sono inagibili e tutto è stato costruito da poco. Negli anni ’80: l’altro ieri, insomma, quando già si conosceva la pericolosità della faglia».
Vengono intervistati alcuni residenti che si sono salvati per miracolo la notte del 6 aprile e raccontano di come non sapessero che le loro case erano costruite in una zona ad altissimo rischio sismico.
Una signora lo dice chiaramente: «se lo avessi saputo, non avrei certo comprato una casa qui».
Sono gli appartamenti «vista faglia» dove solo negli ultmi mesi, con l’incrementarsi delle scosse le informazioni erano circolate.
Si era tornati a parlare della faglia e del rischio sismico ma tutti gli allarmi (rivelatisi poi più che giustificati) erano stati messi a tacere e soffocati da più parti: dalle istituzioni e dalla commissioni grandi rischi che solo pochi giorni prima aveva assicurato che i terremoti non potevano essere previsti e che, dunque, bisognava stare tranquilli (prevedendo che non sarebbe arrivata una scossa forte).
Ma si sono sbagliati.
«Prima che dei costruttori, la colpa è dei politici», racconta un altro residente, «infatti, chi aveva i terreni qui a Pettino ha incassato bei soldini: circa 300 euro a metro quadrato. Dovrebbero impedire questo tipo di speculazione… è tanto semplice a parole. Rifaranno le stesse scelte perché siamo un popolo di furbi e non impareremo nulla dai nostri morti…»
Poco distante sempre a Pettino c’è il complesso di case popolari “il Moro” costruite dall’Ater negli anni ‘80 quando già si sapeva tutto eppure nessuno ha fermato la costruzione.
«La cosa grave che nessuno dice», racconta Iacona, «è che il Prg del 1979 è ancora operativo: si può ancora costruire a Pettino e si è costruito fino al giorno prima del terremoto».
Secondo gli esperti ed i tecnici intervistati dai giornalisti di Presadiretta la colpa ricadrebbe tutta sugli amministratori locali che si sono succeduti nelle diverse ere politiche che hanno approvato ed avallato leggi e progetti senza tenere conto delle relazioni geologiche che pure avevano messo sull’avviso chi doveva prendere le decisioni di costruire.
Gianluca Fugaro mostra alle telecamere una copia della relazione geologica allegata al Prg del 1979 dove si poteva leggere chiaramente che una fittissima rete di fratture tettoniche (faglie) erano sparse su tutto il territorio e che dunque il pericolo sismico era elevato.
Ma al tempo del Prg del 1979 la speculazione edilizia di Pettino era già cominciata, dunque, bisognava solo trovare la via “legale” per avallare scelte già compiute per non scontentare i costruttori che avevano già previsto di guadagnare milioni.
Così quelle relazioni geologiche non sono state prese in considerazione.
Perché? Perché in Italia funziona così.
«”Caro geologo”, dice il politico», spiega il tecnico alle telecamere, «”se tu mi scrivi una cosa del genere io chiamo un tuo collega che mi scrive quello che mi serve!”».
Fantasia e malignità?
Nient’affatto.
Iacona ed i suoi dimostrano addirittura, con telecamere nascoste, come sia facile farsi approvare progetti fasulli, redatti da progettisti fasulli, su relazioni copiate da internet.
Insomma uno spaccato della nostra Italia, Repubblica da sempre fondata sulla illegalità diffusa ad ogni livello.
Qualche volta anche sui morti, persone ingiustamente scomparse a causa di responsabilità di chi l’ha già fatta franca.
12/09/2009 12.42

GUARDA I DUE VIDEO:
http://canali.kataweb.it/kataweb-guardaconme/2009/09/04/presa-diretta-due-clip-in-anteprima/

Bertolaso scrive al padre di una vittima "Ci potevano essere meno morti"

DA: http://ilcentro.gelocal.it/dettaglio/bertolaso-scrive-al-padre-di-una-vittima-ci-potevano-essere-meno-morti/1719491

Bertolaso scrive al padre di una vittima:

"Ci potevano essere meno morti"

I familiari delle vittime «Non deve cadere l’attenzione sul nostro dramma»

«I morti potevano non esserci e soprattutto essere molti meno tra i giovani. Confido in coloro che devono individuare le responsabilità: è giusto che non si chiami fatalità ciò che poteva essere evitato». E’ quanto scrive Guido Bertolaso al padre di un ragazzo deceduto.

LA LETTERA. Sono parole forti quelle che il capo della Protezione civile usa per rispondere con una toccante nota a S.B., padre di uno studente deceduto nel crollo di un edificio, il quale gli aveva inviato una e-mail per invitarlo a dimettersi dopo la tragedia e soprattutto dopo le rassicurazioni, poi risultate inopportune, della Commissione grandi rischi.

«Ho letto la sua scarna e-mail» risponde Guido Bertolaso «con l’a nimo stretto di chi è costretto dal dolore altrui a vedere le cose con occhi diversi. Lei scrive parole che per me sarebbero inaccettabili se non sapessi che il loro significato vero lo si capisce solo guardando attraverso le lacrime. Mi sento colpito», prosegue Bertolaso, «dalla infinita stanchezza della sua anima che rifiuta ogni distinzione di competenza, ogni distinguo sulla responsabilità, ogni analisi razionale dei tempi, dei luoghi e dei fatti perchè la ragione e i suoi strumenti sono del tutto inutili quando siamo chiamati a confrontarci con l’irrimediabile della morte di chi è per noi ragione di speranza e vita. Non pretendo di capire perchè l’esperienza della morte è un fatto troppo personale per essere condiviso e capito. Mi assumo la piena responsabilità di ciò che ho fatto e che faccio insieme a quelle di chi non ha fatto e non ha assunto responsabilità quando doveva farlo per evitare la morte di persone innocenti per rispetto del suo inconsolabile dolore. I morti dell’Aquila potevano non esserci e soprattutto essere molti meno tra i giovani. Confido in coloro che devono, per loro compito, individuare le resposabilità personali dirette, omissioni dolose, irresponsabilità colpevoli, perchè è giusto che non si chiami disgrazia o fatalità ciò che poteva essere evitato».

«Ma accetto», conclude, «di essere parte della classe dirigente che, nel suo insieme, non ha saputo fare ciò che era possibile per evitare lutti e dolori a tante, troppe, persone. Non so come starle vicino se non esprimendole il più profondo rispetto per ciò che patisce e facendo un passo indietro dal mondo dei miei razionali comportamenti, per accettare in silenzio la sua pena».

I COMITATI. I familiari dei giovani universitari deceduti nei crolli delle case private sono stati due giorni fa a Roma a manifestare con un sit in a Montecitorio per chiedere giustizia facendo una importante opera di stimolo verso le istituzioni. «Adesso» hanno detto alcuni dei familiari «pretendiamo che non cada l’attenzione su questa tragedia e andremo avanti su questa linea alla ricerca della verità per un dramma che ha colpito 55 famiglie. E’ chiaro che quando lo riterremo opportuno ci faremo sentire».

CASA DELLO STUDENTE. La manifestazione è stata condivisa anche dai rappresentanti dei ragazzi morti sotto la Casa dello studente. «E’ ottima» dice la portavoce di quel comitato, Antonietta Centofanti «l’idea di andare avanti insieme nelle manifestazioni. Non è possibile pensare di far marciare insieme i procedimenti penali: più sono complessi e più vanno a rilento e poi presentano problematiche molto diverse». L’inchiesta sulla Casa dello studente, in particolare, è vicina alla svolta visto che i sopralluoghi sembrano finiti anche se lo stabile resta sotto sequestro. La consegna dei responsi delle analisi è ancora prematura e gli investigatori, da noi contattati, ritengono «una illazione» qualsiasi voce al riguardo visto che si tratta di perizie molto articolate con conclusioni ancora tutte da definire. Del resto sono all’esame centinaia di reperti e una serie infinita di fotografie.
(13 settembre 2009)

12/09/09

Tholos La Valletta - Parco Nazionale della Majella - Abruzzo - Italy

DAL CANALE WEB-TV www.youtube.com/massimodem UN BEL VIDEO SULLA MAJELLA:
IL complesso Tholos denominato ''La Valletta'' dalla evidente ubicazione
è situato nel Parco Nazionale della Majella in Abruzzo.
L'accurata realizzazione e la felice collocazione ne fanno uno dei più belli del massiccio.
E' evidente nella sistemazione e nel particolare taglio dei conci della capanna principale la presenza di un esperto in tali costruzioni. Il raccordo fra capanne e mura perimetrali, l'aggetto interno delle mura, il magnifico arco rampante del mungitoio costituiscono alcune caratterisiche di questa costruzione estremamente bella e funzionale. In una capanna è presente un bel camino che testimonia l'importanza di quell'ambiente ed il lungo periodo che vi si trascorreva.
La capanna posta all'estremità del complesso mostra le sedi dei pali su cui poggiava il tavolato del piano superiore. Qui dormiva la famiglia che nel periodo estivo si trasferiva in montagna per lavorare i campi terrazzati visibili intorno al complesso.

09/09/09

Apriamo le porte di Chieti a 200 giovani europei

ABBIAMO RICEVUTO IL SEGUENTE MESSAGGIO:
"Se di vostro gradimento,
potete pubblicare il mio articolo, allegato:
"Apriamo le porte di Chieti a 200 giovani europei"
Saluti, Andrea Polidoro, Ripa Teatina,
9 settembre 2009"

Caro amico lo faremo senz'altro, solo inviaci un'altra mail indicando il tuo indirizzo nel corpo del messaggio.

Abruzzo Svegliati

07/09/09

MESSAGGIO AL SINDACO MASSIMO CIALENTE: LUCA D'INNOCENZO DEVE DIMETTERSI !!

A TUTT' OGGI LUCA D'INNOCENZO, GIA' PRESIDENTE DELL'ADSU E RESPONSABILE COME TALE E CON ALTRI DEI MANCATI CONTROLLI ALLA CASA DELLO STUDENTE DELL'AQUILA, RESTA ASSESSORE DEL COMUNE DELL'AQUILA...
NON CI SONO PAROLE !!!

RICORDO DI ALESSIO DI SIMONE, CADUTO SOTTO LA CASA DELLO STUDENTE DELL'AQUILA

Uno struggente ricordo di un altro dei nostri giovani caduti sotto il grande terremoto de L'Aquila., Alessio Di Simone di Penne, un'altra delle vittime della casa dello studente che, grazie al suo profitto s'era guadagnato la borsa di studio che gli è valsa beffardamente l'ospitalità nella casa e la morte...
Lo ricordano con commozione, nel toccante servizio di Maria Rosaria La Morgia, il padre, la madre ed i suoi due fratelli.
RINGRAZIAMENTI: servizio TG3 del 30 luglio 2009

Progetto rifiuti a Chieti scalo, ambientalisti gridano il loro no ad un nuovo megaimpianto a due passi dalle case e dall'Università

DA: http://www.primadanoi.it/notizie/22163-Progetto-rifiuti-a-Chieti-scalo-ambientalisti-gridano-il-loro-no

CHIETI. Dalle informazioni in possesso delle associazioni la lettera di convocazione della Conferenza dei Servizi di domani è stata inviata dalla Regione Abruzzo agli enti il 22 luglio 2009.


Progetto Siderferroplast di Chieti scalo - lungo via dei Vestini proprio di fronte al Campus Universitario della D'Annunzio (!!!):
le associazioni ambientaliste Legambiente, WWF, LIPU e Abruzzo Social Forum scrivono agli enti convocati per la co
nferenza dei servizi che si terrà domani alle ore 9:30 presso la sede della Regione Abruzzo in via Passolanciano a Pescara affinchè esprimano subito parere sfavorevole all'intervento.
L’impianto, che rileverebbe un’attività già esistente, ampliandola, sarebbe localizzato in via Custoza a Chieti scalo, a pochi metri da decine di abitazioni, dalla ferrovia Roma-Pescara e dal villaggio dei Giochi del Mediterraneo.
Dalle informazioni raccolte sembra che la lettera di convocazione agli enti (tra cui ASL, Genio Civile, ARTA, Comune, Provincia di Chieti) riporti la data del 22 luglio 2009.
Eppure se non fosse stato per Rifondazione Comunista che sabato ha scoperto le carte, probabilmente non si sarebbe saputo niente.
Le associazioni esprimono un forte dissenso al progetto in questione che prevederebbe la possibilità di gestire oltre 100.000 tonnellate/anno di rifiuti pericolosi e non pericolosi, e sperano «che la giusta presa di posizione contraria resa pubblicamente dal sindaco Ricci si trasformi poi in un parere negativo da parte della Conferenza dei Servizi».
Il primo cittadino di Chieti infatti già sabato aveva assicurato la propria contrarietà a Maurizio Acerbo aggiungendo che non era a conoscenza di nulla.

Oggi però sappiamo con certezza che la lettera di convocazione è giunta alla fine di luglio il che fa presumere con uguale certezza che gli uffici competenti comunali sapessero.
Difetto di comunicazione tra tecnici e politici o cos’altro?

Secondo le associazioni il sito scelto per l'intervento sarebbe «palesemente inidoneo ad ospitare una tale attività» sia per la presenza di importanti insediamenti abitativi sia per la presenza della ferrovia, per la vicinanza con l'ospedale, l'università e il Villaggio del Mediterraneo.
«E' evidente», dicono le associazioni, «l'elevatissimo rischio connesso alla movimentazione di grandi quantità di rifiuti ferrosi con i relativi macchinari e ai possibili incidenti che possono derivare e coinvolgere la sede ferroviaria»
In più l'area vasta potenzialmente impattata in caso di incidente riguarderebbe l'intera Val Pescara, la zona più densamente abitata della Regione. Poi ancora «l'area industriale di Chieti scalo è un sito perimetrato da un'ordinanza sindacale per l'elevatissimo rischio ambientale, con numerosi siti in cui sono stati superati i livelli delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione secondo quanto previsto dal Dlgs 152/2006». Tutta la zona non potrebbe quindi sopportate altro stress ambientale e, anzi, «deve avviarsi verso un processo di riqualificazione che certo non può passare per progetti di questo genere».

07/09/2009 15.26

03/09/09

UN'AMARA RIFLESSIONE DI SABINA DA LUCOLI CHE RILANCIAMO: RICOSTRUIRE E' IMPOSSIBILE ?

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO DA LUCOLO:

"Allego il testo di un post da me pubblicato sul blog che ho creato, un'amara quanto lucida considerazione sullo stato attuale della ricostruzione. Forse , per il futuro dell'Abruzzo ferito, è il caso di riportare in primo piano il problema della ricostruzione irrimediabilmente legata alle seconde case dei non residenti. Solo così si può provare ad immaginare un futuro per i tanti piccoli borghi, patrimonio stupendo ma gravemente ferito, dell'aquilano. Parliamone e facciamone parlare, se possibile!
3 settembre, sono passati ormai cinque mesi, l'autunno è alle porte, la desolazione incombe come un macigno sulle tante piccole realtà montane annientate dal sisma ( e non parlo solo di Lucoli). La cosa che colpisce di più è che tutto tace, sembra quasi che non si voglia affrontare la realtà, che si metta la testa sotto la sabbia ..... aspettando cosa? Che magari il fortunato vincitore del sei al superenalotto elargisca una copiosa donazione per la ricostruzione dei piccoli borghi abruzzesi? Quanti si sono già scontrati con l'impossibilità di poter pensare a recuperare le proprie case? Quanti stanno dicendo addio ad una parte della propria vita rimpiangendo i tanti sacrifici fatti per costruirsi un rifugio? Quanti stanno svuotando le case facendo propria la convinzione che non torneranno più? Molti, se non tutti temo. E perché mai, si chiederà il legislatore!!!! Perché non si può ricostruire con le premesse attuali, non lo può fare il residente perché la sua casa è circondata da non residenti, non lo possono fare questi ultimi perché su quelle case avevano già investito quanto avevano e non possono , adesso, affrontare completamente di tasca propria 80.000 euro di lavori per il recupero di un'abitazione che sì amano ma nella quale non abitano stabilmente e che comunque non recupererà mai il valore sul mercato di quanto vi si è investito ( già prima del sisma il mercato immobiliare in molte aree non era certo in forma smagliante, se una casa prima valeva 70 ,è forse praticabile spenderne altri 70 con grandi sacrifici per un controvalore che nei prossimi dieci anni sarà forse di 40?). E allora? Quale scenario ci riserva il futuro? Paesi fantasma, abbandonati, semidistrutti, emigrazione dei residenti verso zone che offrono nuove prospettive ( soprattutto i giovani), tracollo dell'economia locale, dal turismo al terziario. Ma perché di questo se ne parla solo su qualche blog? Perché spesso proprio i non residenti sono più attivi quando chi pagherà maggiormente questo stato di cose, purtroppo, sono proprio i locali?
Questo è un disperato grido di aiuto..........che qualcuno finalmente si renda conto ed ascolti!
Sabina