29/03/09

ESTRAZIONE DEL PETROLIO IN ABRUZZO: ALLARME NEL SETTORE TURISMO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Petrolio: allarme nel settore turistico
venerdì 27 marzo 2009
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PETROLIO: CRESCE L'ALLARME NEL SETTORE TURISTICO. ALBERGATORI, BALNEATORI E AGENTI DI VIAGGIO CHIEDONO CHIARIMENTI ALLA GIUNTA REGIONALE. Assoturismo-Confesercenti: "Temiamo le disdette, la Regione intervenga".

Cresce la preoccupazione fra gli operatori turistici per il rischio

che l’Abruzzo venga trasformato in un distretto petrolifero.

Assoturismo-Confesercenti, la federazione del turismo che riunisce albergatori,

stabilimenti balneari, agenti di viaggio e tutte le professioni legate al turismo,

denuncia infatti un clima di crescente preoccupazione anche sui mercati esteri.

E proprio per prevenire e contrastare i segnali negativi e le disdette nelle

prenotazioni che un allarmismo può generare, chiede subito dei chiarimenti alla giunta regionale.

«Chiediamo una posizione netta e trasparente anche contro le 4 istanze

accolte dal Ministero per lo Sviluppo Economico per la ricerca e l’estrazione

del petrolio in provincia di Teramo e contro la trasformazione della Regione

in distretto petrolifero» dice il presidente regionale di Assoturismo-Confesercenti

Daniele Zunica, «perché la preoccupazione cresce di giorno in giorno

con il diffondersi delle informazioni sul reale stato dei fatti, come dalle

ultime notizie, solo a titolo di esempio, riportate ieri dalla stampa abruzzese

e dai comitati di cittadini, dello sviluppo delle nuove attività della Mediterranean

Oil and Gas attraverso la piattaforma Ombrina Mare 2, in mare, tra Ortona

e San Vito, il cui inizio lavori è previsto per il 2010. Nonostante tutte le parole,

ufficialmente, dal primo gennaio 2010, l'Abruzzo sarà dunque un campo aperto per i petrolieri. Quasi la metà del territorio abruzzese è interessato da attività legate

alla ricerca, all'estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi. Sono coinvolti 221

Comuni, di cui 52 sono interessati da concessioni di coltivazione, a rischio

di trivellazione». La situazione, secondo Assoturismo, è già oltre il livello di allarme.

«C’è un provvedimento del Consiglio dei Ministri del 27 giugno che definisce l'Abruzzo territorio destinato alle attività di ricerca e di estrazione del petrolio in mare e a terra.

Se non bastasse, il disegno di Legge 1441 sottrae alle Regioni la valutazione di impatto ambientale per le concessioni di estrazione petrolifera» sottolinea Zunica «escludendo i Comuni da ogni possibilità di decidere in materia. Si consente, in tal modo, al governo centrale di decidere da solo, contro la volontà degli abruzzesi, se dare vita agli impianti previsti».

Ma il presidente dell’associazione di categoria va anche oltre. «Il Turismo
costituisce il perno dell’economia regionale, e con grandi sforzi gli operatori stanno investendo da anni nella valorizzazione della vocazione naturalistica della Regione garantendo la qualità del mare e dei servizi, le Bandiere Blu, promuovendo la
regione come la più verde d’Europa. Il prossimo mese» sottolinea Zunica «si terrà a Montesilvano Ecotur, la fiera del turismo natura, che giunta alla XIX edizione
con grande successo, richiamerà migliaia di operatori stranieri convinti della ricchezza del patrimonio verde d’Abruzzo. Come giustificare con loro quanto è stato pianificato?
Come prospettare questi cambiamenti nello sviluppo? Mare, collina, borghi e
montagne quale appeal potranno mantenere ai loro occhi? Non ritengo che far
passare sotto silenzio quanto sta accadendo possa contrastare il calo nelle prenotazioni. Perché cosa accadrebbe realmente dopo la realizzazione degli impianti?» Tutti
gli sforzi e i risultati raggiunti nel corso degli anni, dice Zunica, «verrebbero
completamente annullati dal proseguimento degli intenti del governo centrale e delle multinazionali del petrolio, in cambio dell’ottenimento di pochi spiccioli e poche decine
di impieghi garantiti, ma con la devastazione del territorio, la perdita delle produzioni di eccellenza dei prodotti tipici (non solo vini, ma anche oli, paste, farro, ecc) e mettendo
a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini. Siamo ancora e per poco tempo nella condizione di bloccare un progetto di impatto devastante che, per quanto deciso
nelle stanze del potere romano, può e deve essere impedito dai nostri rappresentanti regionali e nazionali, come già accaduto in altre regioni italiane, più a nord e forse
ritenute meno povere e più capaci di reagire. In questa occasione è necessario però superare ogni interesse partitico e mettere insieme tutte le forze politiche, imprenditoriali e sociali più sane del nostro territorio e collaborare alla costituzione di un fronte compatto contro questo abuso di potere». Per il presidente di Assoturismo-Confesercenti «non bastano delle rassicurazioni verbali ma servono risultati concreti per restituire la tranquillità del lavoro a tutta la cittadinanza, in un momento oltretutto già difficile per la crisi internazionale in atto».

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