RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO:
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO   
NON CI SONO ROYALTIES  CHE TENGANO MA …
In merito alla questione  “Abruzzo Petrolifero” precisiamo subito che il punto delle royalties  è del tutto marginale rispetto al nodo centrale che  è, così come messo in evidenza ieri da Assoturismo (vedi allegato),  di ben altra natura.
Tuttavia, per quanto riguarda il pregresso, è bene far chiarezza su alcune cose.
In particolare, il decreto  legislativo n.° 625 del 25-11-96 fissa le modalità di calcolo delle  royalties (meglio sarebbe chiamarle con il loro vero nome e, cioè,  compensazioni ambientali) che le compagnie petrolifere sono tenute a  versare agli enti territoriali interessati dalla estrazione del petrolio.
Per quanto riguarda  il sottofondo marino, le royalties sulla produzione, molto contenute  in rapporto a quelle previste in altri Paesi, sono pari al solo 4% del  valore della produzione e non si applicano alle prime 50.000 tonnellate  di greggio estratto.
Ciascun concessionario procede alla corretta misurazione delle produzioni, effettua autonomamente i calcoli delle royalties dovute, esegue le ripartizioni tra Stato, Regioni e Comuni ed effettua i relativi versamenti.
Per quanto riguarda le  royalties che derivano da attività di estrazione che hanno luogo nel  mare territoriale, il 45% di esse va allo Stato mentre il restante 55%  dovrebbe finire nelle casse delle Regioni costiere.
Facciamo ora il punto della situazione su Rospo Mare, giacimento posto nel mare territoriale a poche miglia dalla costa a cavallo tra l’Abruzzo ed il Molise e già protagonista, nell’agosto del 2005, dello sversamento in mare di qualche centinaio di litri di petrolio.
Secondo dati ufficiali dell’Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e la Geotermia, dal 1982 al 2008 da Rospo Mare sono state estratte 3.773.314 tonnellate di greggio.
Nel solo 2008 le tonnellate estratte sono state oltre 270.000, equivalenti a 2.662.412 barili.
Fatti due calcoli, si stima che per il 2008 la parte delle royalties spettanti alle Regioni costiere (Abruzzo e Molise) ammonterebbe, fissando prudenzialmente il costo medio del barile a 100 dollari Usa, a quasi 6.000.000 di dollari (oltre 4.400.000 €).
Seguendo lo stesso ragionamento,  stimiamo in oltre 30.000.000 di dollari Usa l’ammontare delle compensazioni  che nel periodo 1998-2008 il Concessionario avrebbe dovuto versare alle  Regioni costiere interessate dalla concessione.
Le domande che poniamo a chi di competenza sono le seguenti:
- Le compensazioni ambientali previste dal d.lgs. 625/96 sono state versate?
 - In caso affermativo, in che misura?
 - Come e in che percentuale sono state spese queste somme dalla Regione Abruzzo?
 - In che percentuale sono state impiegate per interventi in campo ambientale?
 - Quali interventi a tutela dell’ambiente sono stati finanziati?
 - E infine, perché parte di questi fondi non è stata utilizzata, ad esempio, per la realizzazione di un sistema monitoraggio chimico-fisico in continuo delle acque dell’Adriatico interessate dall’estrazione del petrolio?
 
COMITATO NATURA VERDE – Lino Olivastri
IMPRONTE – Enrico Gagliano
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