PESCARA. A tempo di record spuntano i nomi dei nuovi indagati nella faccenda del calice di Toyo Ito. L’artista giapponese oggi è stato a Palazzo di città.
Luciano D’Alfonso è stato iscritto nel registro degli indagati per la vicenda che attiene la realizzazione dell’opera. Insieme a lui il pm Paolo Pompa ha iscritto anche gli ex dirigenti comunali Giampiero Leombroni e Vincenzo Cirone, e l’ex dirigente dell’ufficio provveditorato e patrimonio Guido Dezio.
I reati contestati sono il falso e l’abuso d’ufficio, per ora, ma non si esclude che si possa arrivare a contestare anche la corruzione perché il pm non crede ai regali e ai mecenati, ovvero agli industriali che hanno sborsato fino ad un milione e 200mila euro per l’opera.
Le indagini sono appena all’inizio e lo scenario si è presentato da subito molto complesso così come pure le carte sequestrate avrebbero già palesato le prime pecche, falle che potrebbero costare caro agli indagati, nomi che erano già spuntati anche nell’altra inchiesta per corruzione del pm Gennaro Varone, costata il carcere al sindaco D’Alfonso.
Dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che la documentazione descriverebbe una “realtà” diversa dai fatti.
Sembrerebbe anche che gli attori siano parzialmente diversi mentre spuntano società che avrebbero operato per conto del Comune.
Per ora i risultati raccolti sono ancora troppo scarsi e passibili di essere smentiti. L’indagine si preannuncia lunga e difficoltosa.
Intanto l’opera che si è rotta dopo poco più di due mesi è ancora lì, al centro di Piazza Salotto, mentre è iniziato il balletto delle responsabilità. Solo qualche giorno fa il titolare della ditta che ha realizzato l’opera (la Clax Italia) aveva detto: «l’opera potrebbe rimanere anche così, è bella lo stesso».
TOYO ITO A PESCARA
E questa mattina l’architetto giapponese è tornato a Pescara per andare al capezzale della sua opera.
Secondo il vicesindaco, Camillo D’Angelo, sarebbe stata una visita di cortesia, la prima dopo il cedimento dell’opera: l’architetto e il vice sindaco avevano auspicato di vedersi qualche settimana fa attraverso uno scambio di lettere.
Subito dopo Toyo Ito è ripartito alla volta di Roma dove aveva degli impegni in mattinata.
Nel pomeriggio sarà a Pomezia presso la Clax Italia per partecipare ad un incontro a cui prenderà parte anche il vice sindaco Camillo D’Angelo e i tecnici comunali che hanno seguito la realizzazione e l’installazione dell’opera.
«Quello di stamattina è stato il primo incontro diretto con Toyo Ito e il suo staff dopo il cedimento dello Huge Wine Glass – ha detto D’Angelo –Com’è noto Toyo Ito ha affidato ad uno studio giapponese il compito di formulare un’ipotesi per capire il perché del cedimento e si è detto molto dispiaciuto per ciò che è successo all’opera che stamattina ha potuto vedere da vicino. Nell’incontro di oggi pomeriggio presso la Clax Italia si cercherà di mettere a confronto l’analisi dell’architetto con quella della ditta realizzatrice, anche attraverso il contributo di professionalità capaci di analizzare l’accaduto, tutto questo al fine di poter comprendere le cause del cedimento, su cui sono ancora aperte diverse ipotesi. Ci siamo salutati», ha concluso D’Angelo, «auspicando di poter avere al più presto una visione più chiara sul cedimento e ci rivedremo, oggi pomeriggio, sicuri di poter fare passi avanti perché si possa stabilire il destino dell’opera e perché la città Pescara possa riavere il suo simbolo di accoglienza e libertà, come Toyo Ito definì il calice la sera dell’inaugurazione, in piazza della Rinascita».
16/03/2009 13.57
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